L’auto depressa

Un giorno una macchina senza conducente a guida autonoma, di colore rosso fiamma,costruita con le più moderne tecnologie, decise di fare un giro in città, approfittando della bella giornata. All’improvviso, perse il controllo dei suoi comandi. Qualcosa andó storto e investì una felice donna incinta che passeggiava tranquillamente sulle strisce pedonali, scaraventandola a terra, e uccidendola dopo un salto di due metri.
Purtroppo, da quel tremendo giorno l’auto fu abbandonata in un centro di raccolta autorizzato per la sua demolizione. La casa automobilistica che l’aveva realizzata fu accusata e condannata di omicidio prerintenzionale a causa di un presunto errore di programmazione. Il giudice fu categorico. L’avvilita auto, triste, demoralizzata, afflitta, in brutte condizioni, con parafango rotto, aspettava disperata di essere demolita quando una psicologa recatesi a quel centro, per trovare un suo parente operaio che lavorava lì, la sentì piangere. La donna si avvicinó e le chiese: Perché piangi? Cosa ti preoccupa? “.
L’auto in preda a una crisi di nervi e in un pianto incontrollato, rispose:” Ho ucciso una donna gravida! Le ho tolta la vita! Non so come sia successo! Qualcuno si è impossessato di me! Ha alterato le funzioni di guida!
Che posso fare? Mi sento a pezzi.. Ci penso sempre… È un pensiero fisso, stagnante! Ormai è giunta la mia fine! “.
La psicologa intenerita dalla storia e dalla situazione, attenta e perspicace aggiunse risoluta:” Non è colpa tua! Sarai stata manipolata da un hacker!
Forza! Non ti abbattere! Non sentirti in colpa! Mantieni la calma! Ti aiuteró a uscire di qui! Ti prometto che qualcosa farò! Nel frattempo, non ti avvilire, non perdere la stima di te stessa e ricordati che sei grande, utile e capace! “.
E poi si allontanó convinta delle sue idee e ripetendo fra sè e sè :”Faró l’impossibile e dimostreró la verità!”.
La giusta psicologa cercó di contattare la casa automobilistica per raccontarle la sua teoria. Quest’ultima accettó volentieri di fare delle indagini e si incaricó di prelevare l’auto per controlli e accertamenti. Il mattino seguente l’auto fu trasportata con il carroattrezzi nell’azienda e dopo opportuni rilevamenti, fu riscontrata una strana fuga di informazioni. Da quel momento, il giudice annulló la condanna e l’auto, dopo alcuni interventi di revisione e manutenzione , ritornó ad essere funzionante e super come non mai. Gli attacchi di hackeraggio, nella società odierna sono piuttosto frequenti e occorrerebbe creare software e sistemi ancora più sicuri e affidabili.

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